L'astronomia e la guerra
Ma che c'entra la Guerra con l'Astronomia?
È quello che mi sono chiesto proprio oggi, quando Giuseppe Cutispoto, il coordinatore delle Olimpiadi Italiane di Astronomia, mi ha inviato un messaggio per informarmi che il 24 e 25 u.s. si sono svolte regolarmente le Gare Interregionali delle Olimpiadi Italiane di Astronomia. Giuseppe mi informava così che avevano partecipato alla competizione oltre 220 scuole su tutto il territorio nazionale e che l'organizzazione aveva visto il coinvolgimento di 57 giudici, composti da personale INAF, universitario e SAIt. Tutto questo impegno porterà alla selezione della squadra italiana che, a partire dalla partecipazione di diverse migliaia di studenti, dovrà "difendere i nostri colori" nella Finale Internazionale che si dovrebbe svolgere a Matera il prossimo ottobre.
"Difendere i colori". Una frase che abbiamo sempre pronunciato con l'orgoglio venato dalla circospezione che ci suggeriscono le cronache sportive. Frase bellissima se ci riferiamo alla nostra storia e al lavoro che ci impegna a migliorare il nostro Paese, a conservare la nostra cultura e a conoscere quella degli altri.
Ma chi difenderà a Matera i colori dell'Ucraina?
Come potranno essere selezionati i ragazzi ucraini che da quindici anni hanno sempre partecipato con onore alle Olimpiadi Internazionali?
Come potrà il Presidente russo del Comitato Internazionale assegnare una medaglia a un ragazzo o a una ragazza che si sono distinti nella conoscenza delle scienze del cielo, sapendo che ad altri è stata impedita la partecipazione?
Dovremo far finta di niente proprio a Matera, città della cultura?
Ecco il punto. A causa di una azione offensiva sconsiderata, Guerra e Astronomia non sono più due parole antitetiche.
Si tratta di una responsabilità enorme per chi l'ha compiuta. Anche se facessimo finta di non saperlo.
Prof. Roberto Buonanno, Presidente SAIt