Pubblicazioni
Le pubblicazioni sono fra le attività più importanti della SAIt.
Fra queste c’è senza dubbio Il Giornale di Astronomia
Il Giornale nasce nel 1975 come “Rivista di informazione, cultura e didattica della Società Astronomica Italiana” e alla sua Direzione si sono succeduti illustri colleghi come Mario Rigutti, Paolo Paolicchi, Alberto Masani e, a partire dal 1997, Fabrizio Bònoli. Il Giornale di Astronomia, oltre a fornire un costante aggiornamento sul progresso delle conoscenze nel campo dell’astronomia con articoli divulgativi di rassegna e di messa a punto ad opera di astronomi professionisti, si propone anche come punto di riferimento, discussione e confronto per le attività coordinate dalla SAIt relative all’insegnamento dell’astronomia nelle scuole.
Dobbiamo poi ricordare la bella esperienza della pubblicazione dal 1998 al 2004 del Giornale di Astronomia in lingua araba, con il titolo di Al-Magella al-Falakyya. Questa versione del Giornale, che riprendeva l’antico percorso fra le culture che si affacciano sul Mediterraneo, ha avuto una discreta distribuzione nei paesi del nord Africa.
Una pubblicazione dedicata ai professionisti è quella dal titolo le Memorie della Società Astronomica Italiana che prende il nome delle Memorie della Società degli Spettroscopisti Italiani, che nascono nel 1872. Le Memorie hanno preceduto di oltre venti anni l’uscita dell’Astrophysical Journal.
Il cambio di nome avvenne quando la Società degli Spettroscopisti si trasformò in Società Astronomica Italiana. Le Memorie vengono così a costituire la rivista di astrofisica più antica fra quelle ancora pubblicate. Per comprendere l’importanza delle Memorie sarebbe sufficiente ricordare gli articoli di Vincenzo Cerulli[1] e di Giovanni Zappa[2], dove confermano che la deflessione della luce delle stelle osservata durante l’eclisse del Sole dalla spedizione inglese del 1919 in Brasile si accorda con la teoria einsteiniana. Non solo, ma le Memorie ospitano poi nel 1924 uno dei primi saggi in Italia, di ben 153 pagine, completo dei formalismi matematici, della teoria speciale e generale della relatività[3]. Non si riesce ad apprezzare fino in fondo il valore di questi lavori se non li si confronta con quelli effettuati negli Osservatori italiani in quel periodo, tutti concentrati nella astronomia posizionale, nello studio dei moti dei pianetini e delle comete.
Non è forse inutile introdurre qui una nota non conosciuta ai più, cioè che nel periodo 1942-1945 gli abstract sulle Memorie appaiono in latino. Si tratta ben di più di una nota di colore ma il segno che gli scienziati italiani, percependo la fine del predominio scientifico della lingua tedesca, cercavano di trovare strade alternative alla avanzata della lingua inglese nei rapporti internazionali. Un tentativo non molto diverso da quello analogo effettuato degli scienziati francofoni che ha avuto una vita un po’ meno effimera. A partire dal 1974, le Memorie si dedicano esclusivamente alla pubblicazione di atti di convegni, nazionali ed internazionali, ed adottano l'inglese come lingua ufficiale.
Pensando al futuro, però, ci dobbiamo rendere conto che le modalità di comunicazione scientifica sono cambiate molto rapidamente. Ci è sembrato che fosse venuto il momento di aprire la strada a forme di comunicazione più moderne. Le Video Memorie non sono delle semplici registrazioni-video di un congresso scientifico ma piuttosto la trasposizione della classica rivista cartacea su un mezzo tecnico diverso. Ogni numero delle Video Memorie è dotato di un indice per cui è possibile “sfogliarlo” e ascoltare solo l’intervento di proprio interesse. La Rivista ha scelto un rigoroso standard editoriale per cui ogni “articolo” è preceduto da un abstract e, soprattutto, è dotato di un codice DOI che ne permette l’identificazione e la citazione. Il Comitato editoriale è costituito da ricercatori di chiara fama che svolgono la funzione di referee nella selezione del Congresso da pubblicare. Per tutti questi motivi le Video Memorie appaiono nel data base ADS.