Margherita Hack, astronoma e socio onorario SAIt
Oggi, 29 Giugno, è scomparsa l'astrofisica Margherita Hack. E' una notizia inaspettata, perché da oltre mezzo secolo eravamo abituati ad incontrarla con discreta frequenza non solo sulla scena scientifica, ma anche in dibattiti politici e letterari, in innumerevoli battaglie civili e perfino su palcoscenici reali. Trovare il suo nome in libreria, da molti anni era ancora più facile, con opere sull'astrofisica naturalmente, o sulla scienza più in generale, ma anche su percorsi turistico naturalisti, come pure su ricette della sua amata Toscana. Del resto, in tanti decenni trascorsi lontani da Firenze non aveva cambiato il suo inconfondibile accento neanche un po'. Ed aveva mantenuta inalterata anche la sua vivacità linguistica e culturale, così come la ferma convinzione di un approccio rigorosamente laico all'indagine della Natura. Attivissima nella ricerca scientifica e nella divulgazione scientifica, è stata la prima donna a dirigere un Osservatorio Astronomico, quello di Trieste. Così capitava spesso che le venisse chiesto di parlare sulle difficoltà oggettive della donna che sceglie la scienza, confrontando il passato con l'oggi. Ma da molti anni, la sua figura di ricercatrice più famosa d'Italia, la poneva come icona al di sopra del suo essere donna: non è esagerato dire che Margherita ha caratterizzato la stessa immagine della scienza nel nostro Paese e che nella visione popolare, lei rappresenta l'astronomo per antonomasia, il prototipo di scienziato dalla facilità comunicativa che non ha mai conosciuto la famigerata turris eburnea, anzi.. La si poteva incontrare in un programma televisivo o in una fiera di paese con la stessa facilità. E' un ruolo che si è conquistata con un impegno infaticabile, anche quando problemi legati all'età e alla situazione familiare avrebbero potuto suggerire una pausa. E' un ruolo che, ne siamo sicuri, continuerà ad occupare ancora per molto tempo, nonostante ci abbia lasciato.